La storia:
Muranus è citato per la prima volta nel diploma dell’ Imperatore Ottone III in data 19 Luglio 992 come concessione a favore dell’ Abbazia di Novalesa ricostruita nel 980. Nell’ anno 1000 l’ Imperatore Federico Barbarossa I con un diploma confermava il luogo di Morano al Vescovo di Vercelli Uguccione. Nel 1167, nella zona fra Morano e Matasco, detta “Braida” o Braia veniva fondato l’ Ospedale Gerosolimitano oggi completamente scomparso. Nel 1182 nelle guerre contro il Monferrato i Vercellesi distruggono l’ antico castello del “Torrione” e attaccano il paese il cui abitato viene saccheggiato. Nello stesso anno il Marchese di Monferrato, costringeva i Vercellesi alla pace, assumendo il borgo sotto lo stato di Monferrato. Il 20 Ottobre 1217 proprio a Morano, durante le lotte dei Comuni Italiani contro il Barbarossa, i rappresentanti di Alessandria e di Vercelli, si accordarono per decidere la sudditanza di di Casale e Vercelli. Nel 1306 Teodoro I Paleologo, figlio di Violante Aleramica imperatrice di Costantinopoli, arrivò nel Monferrato e si scontrò con i Visconti di Milano. In quell’ occasione le milizie viscontee occuparono il borgo e lo presidiarono per circa cinquant’anni. Nel 1338 a Morano vennero confinati Matteo Bernabò e Galeazzo Visconti da parte dello zio usurpatore Luchino. Nel 1335 Morano ritornava ai Paleologi come concessione a Giovanni II di Monferrato da parte di Carlo IV di ritorno da Roma e appena incoronato Imperatore. In quell’ occasione il borgo fu recintato da solide mura nelle quali si aprivano due pesanti porte. Nel 1431 viene occupato dalle milizie sabaude. Nel 1538 l’ Imperatore Carlo V assegnava il Monferrato ai Gonzaga e il borgo viene infeudato ad Alberto Bobba della famiglia signorile di Lu Monferrato. Il 24 aprile 1613 l’ esercito del Duca Carlo Emanuele I, provenendo da Vercelli, attacca Trino; da Casale allora si muoveva con una colonna di milleottocento uomini, il capitano Vincenzo Guazzo per correre in soccorso a Trino, ma a Morano viene sconfitto dai Savoiardi. Il 30 maggio 1613 i Savoiardi saccheggiano il borgo; nell’ agosto 1614 si acquartierava la cavalleria del Governatore spagnolo don Antonio de Leyva. Il 3 aprile 1630 a Morano si fermavano le truppe francesi del reggimento “La Grange” in attesa che le acque del Po in piena defluissero e ne permettessero la traversata. Nell’ aprile 1640, durante il terzo assedio di Casale, a Morano prendeva alloggio la cavalleria spagnola del marchese Carlo della Gatta. Il 14 settembre 1644 sul territorio comunale si acquartieravano i franco-savoiardi del principe Tommaso di Savoia. Il 28 maggio 1647 i Francesi e il 29 settembre 1649 gli Spagnoli, incendiarono le case di Morano, violentarono le donne ed assassinarono gli uomini. Alla fine dell’ ottobre del 1656 transitava sul Po l’ imbarcazione della regina Cristina di Svezia per esaudire un voto di recarsi da Torino a Roma; la popolazione assiepata sull’ argine la saluta con grande giubilo. Il 17 febbraio 1685 il Marchesato di Morano passa ai nobili Paoletti e Sanzotti. Il 7 gennaio 1720 Vittorio Amedeo II confermava al Marchese Mossi il feudo di Morano. Il 6 maggio 1859 Giuseppe Garibaldi si ferma in paese. Ad Italia unita, il 9 agosto 1862 Morano ricevette la definizione “sul Po” con decreto regio di Vittorio Emanuele II al fine di distinguerlo da altri paesi omonimi quali “Morano Calabro” in provincia di Cosenza e “Morano” frazione di Perugia.
Gli edifici:
Chiesa parrocchiale: Dedicata al patrono di Morano San Giovanni Battista. Ricostruita sui resti di una piccola cappella distrutta insieme al Castello del Borgo all’ epoca delle lotte tra i Marchesi del Monferrato e i Vercellesi. La data di costruzione si presume risalga a prima del 1300. Nel 1551 veniva consacrata da Mons. Scipione d’ Este settimo vescovo di Casale. La facciata e il rialzo del campanile (che era all’ origine l’ antica torre civica) sono del 1821. Gli affreschi della facciata, del pittore Mario Micheletti di Balzola, risalgono al 1937. All’ interno della sono custoditi due preziosi confessionali lignei in stile barocco, provenienti dal Santuario di Crea. Tra i quadri “La Vergine del Rosario” attribuita a Guglielmo Caccia detto il “Moncalvo”. Gli ultimi restauri sono stati effettuati tra l’ anno 2000 e 2001.
Chiesa di San Pietro Martire: Costruita dai frati domenicani in epoca anteriore al 1400, nel passato aveva annesso un convento. Tra gli affreschi dell’ interno si distingue il trittico della navata laterale destra datato 1478 ad opera di un’ antica scuola che ha operato anche nella cappella della Madonna al Santuario di Crea. Raffigura la Vergine attorniata da San Giovanni Battista, San Giovanni Evangelista, San Rocco e San Pietro martire in atto di adorazione. Nel passato fu sede della “Confraternita” detta della “Cappa Bianca”.
Chiesa della Santa Trinità: La pianta della chiesa è a “croce”. Risale ad un periodo anteriore al 1608. Qui aveva sede la confraternita della “Cappa Rossa” cui veniva autorizzato l’ abito rosso durante le cerimonie religiose. Nell’ interno si trovano affreschi di scuola di second’ ordine, restaurati nel 1800.
Chiesa campestre della Madonna del Ceppo: Conosciuta anche come chiesa della Consolata. Fu edificata per ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Sicuramente fu un nobile della famiglia gentilizia dei Del Carretto a volerne la ricostruzione, come rileva l’ epigrafe sul frontone della facciata. La data di fondazione si presume risalga intorno all’ anno 1300. Custodiva la statua lignea della Vergine seduta in trono datata intorno al 1200. Nella tradizione popolare la Madonna qui venerata venne denominata “del ceppo” perché la leggenda vuole che il simulacro venisse rinvenuto da un contadino proprio sotto un ceppo.
Palazzo comunale: L’ edificio, costruito nel 1839, venne poi modificato ed adattato ad esigenze pubbliche nel 1879.